Il nostro clima è cambiato e ormai è sotto gli occhi di tutti. Quello che una volta era l’eccezionalità che si verificava forse una volta ogni qualche decina di anni, oggi è diventata la normalità. Una normalità alla quale però non siamo abituati. E no, non è un problema solo italiano…
Tralasciando i problemi che dovranno necessariamente essere risolti da chi di competenza (speriamo) il nostro sport nel suo complesso non vivrà di certo anni facili. Oggi i problemi sono sul come stimolare o meno i giovani a praticare una così bella disciplina, o come fare a incastrare calendari tra le centinaia di gare che ci sono in un anno. Ma il vero quesito che dovremmo iniziare a farci già da ora e come potremmo continuare a organizzare eventi di fronte a questo repentino cambiamento climatico.
I Problemi burocratici
Da un lato burocratico, i sistemi di allerta sono sempre più stringenti. Ricorderete durante l‘alluvione di Cantinano qualche anno fa la polemica e le relative indagini sul fatto che non era stato diramato il possibile pericolo su quello che poi è successo. Ci ritroviamo che ora non appena passa una nuvola sopra la testa c’è già un’allerta meteo gialla in corso. Per non parlare del sistema burocratico che va a rilento e che il tutto spesso e volentieri si risolve con una ordinanza, una transenna ed un divieto di accesso a una strada (che poi se passi loro ti hanno avvisato).
In questo caos burocratico per le prefetture, le province e le questure, giustamente (va detto) i problemi degli organizzatori che devono poter fare un evento per il quale hanno speso soldi non li riguardano e i permessi, spesso e volentieri sono revocati per pubblica sicurezza. Sta di fatto che se ti fa una piovuta un po’ più corposa a qualche giorno dall’evento o viene emessa un’allerta arancione nel week-end di gara arriva una bella revoca dei permessi agli organizzatori.
I sentieri, un tesoro delicato
Se però la parte burocratica, abbiamo la fortuna di risolverla, rimane quella della fattibilità dei percorsi stessi. I pendii franano di continuo, portando con se i sentieri. E un conto è aprire un sentiero chiuso dalle erbacce, un conto e costruirlo nuovamente. Senza considerare che tutti i sentieri un po’ al limite dovrebbero essere messi in sicurezza. Ovviamente il tutto va in capo alla responsabilità di un comitato organizzatore che nasce come no profit ed organizza per passione. Come può dunque sopperire a queste responsabilità?
Ecco che quindi il problema che avremo nei prossimi anni non sarà da poco. E rispetto ad altri problemi che sono subentrati negli anni, questo sarà molto difficile risolverlo…