Nel nostro infinito confronto e dibattito del mondo gare amatoriali, ci siamo spesso concentrati su problematiche relative ai costi sempre più alti e ai problemi organizzativi vari. Abbiamo ricordato di quanto era più semplice questo movimento qualche decennio fa e abbiamo anche ipotizzato il fatto di poter far qualche passo indietro come realtá organizzativa. Se vogliamo però fare una riflessione più profonda del tema non possiamo non parlare del mondo amatoriale stesso che purtroppo ha contribuito ad alcuni aspetti poco positivi del movimento.
L’avvento della tecnologia che ha cambiato le nostre vite
È chiaro che la tecnologia ha rivestito un ruolo fondamentale in questi anni. Siamo passati dal fatto che avere un preparatore era una prerogativa di pochi eletti, alla più totale normalità. Siamo passati dall’avere il contachilometri col filo e magnete, a fare le gare virtuali in tempo reale. Tutta questa iniezione di cose belle (come del resto in tutti i settori del mondo) da un lato ci ha semplificato e migliorato la vita e, dall’altro, ha portato ad estremizzare alcune cose, anche nei nostri caratteri.
Le gare? Sono uguali a 20 anni fa, siamo noi che siamo cambiati
Ma come? Direbbe qualcuno… Ebbene, sentiamo spesso, che il perché molti non vengono più alle gare è legato al fatto che non sono più divertenti, che c’è troppo agonismo e che lo sport costa troppo. Tutto vero, almeno in parte. Scusate, ma meno divertenti in che senso? Una volta per caso c’era qualche forma di animazione che ora non c’è più? Costi? Certo, una bici top di gamma può costare come un auto, ma ancora oggi esistono le Mtb a 1500-2000 euro. Sicuramente meno performanti, ma almeno non ci obbligano a fare dei debiti. Poi vogliamo parlare dell’agonismo 20 anni fa? Le medie delle gare saranno state anche molto più basse, ma vi possiamo assicurare che l’anonismo c’è sempre stato. Il vero problema di oggi, se vogliamo trovare un problema, è che oggi non ci sono più foto su pellicola e racconti su riviste. Ci sono social che in tempo reale ti connettono ai tuoi amici ed ogni secondo della tua vita puoi essere giudicato positivamente o negativamente (vale anche per noi). Puoi essere un campione come una mezza cartuccia.
importa di più la soddisfazione personale o il giudizio altrui?
Il punto fondamentale è: a noi importa più il giudizio altrui o importa andare ad un evento, misurarci con le nostre forze per quello che riusciamo e trovare la soddisfazione personale? Perché se la risposta è la prima, fate bene a smettere. Andate a fare altro, oppure tesseratevi da Élite. Ma se la risposta è seconda, alle gare potete andarci esattamente con lo spirito di 20 anni fa, perché una domenica di divertimento non la decreta solo un evento, la decretate, soprattutto voi…