Nei nostri articoli di dibattito e di confronto con il mondo Granfondo, in particolare è stato letto questo (https://www.bike-advisor.it/2022/12/25/bei-tempi-quando-le-granfondo-erano-piene-di-semplicita/) il quale ci ha ricordato di quanto le gare erano eventi molto più semplici di ora.
In realtà gli eventi stessi si sono semplicemente adattati a quello che è il mondo nel quale stiamo crescendo. Un mondo che ha come aspetto principale anche quello dell’immagine soprattutto nella ricerca di sponsor che contribuiscono ad alzare il livello qualitativo dell’evento stesso. Non solo, oggi praticamente tutti i comitati organizzatori lavorano per cercare di dare il massimo servizio ad un prezzo per lo meno contenuto (salvo rari casi).
In questo circolo vizioso (come parlato nell’articolo) si è però perso un po’ il cardine di quello che era una volta la gara di Mountain Bike, ovvero un contenitore di semplicità.
Si può tornare indietro? Da organizzatori diciamo che teoricamente sì, si può, nel senso che a fronte di eventi meno faziosi è possibile tirare un po’ giù i prezzi e avere comunque delle gare sicure. Ovviamente un evento senza immagine al giorno d’oggi difficilmente troverà l’appoggio di eventuali sponsor, quindi andrebbe contato anche quello (che non è un elemento da poco se pensiamo che gran parte degli eventi oggi stanno su grazie soprattutto agli sponsor). Quindi come si trasformerebbe un evento? Sicuramente senza pacco gara. Una zona logistica tirata al minimo senza tanti striscioni e/o gonfiabili. Niente televisioni, giornalisti, fotografi e speaker. All’arrivo un ristoro semplice e nel migliore dei casi un piatto di pasta caldo. Pochi e semplici premi con un’apertura in più sui cicloturisti per quanto riguarda il sorteggio.
Sulla base di questo (mantenendo invariata sicurezza, tracciatura e cronometraggio del percorso che sono elementi cardine) un evento potrebbe costare potenzialmente solo dai 20 ai 25 €. Ma la domanda è: ne vale la pena? Vale la pena a rinunciare a un bel evento nel complesso a fronte di un risparmio di pochi euro? Ma soprattutto: siamo sicuri che così facendo si torni nelle condizioni di anni addietro? La risposta che noi ci siamo dati è: probabilmente no! Il motivo è molto semplice. La semplicità e lo stare bene ad una gara non lo decreta il fatto che un evento sia più strutturato di un altro. Il fatto che abbia più o meno sponsor e il fatto che sia più o meno partecipato. La semplicità la devono ricercare gli atleti stessi, capendo che una Granfondo è sì gara ed una competizione. Ma è anche un evento amatoriale partecipato da atleti più o meno forti e che anno più o meno tempo per allenarsi. In sostanza, se vogliamo riassaporare la semplicità dobbiamo imparare a vivere le Granfondo con più spirito di divertimento e meno spirito agonistico. Ce la faremo?
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