Vi ricordate quando negli anni 90, organizzare una gara era una cosa semplice? Beh scordatevelo. Ora è una vera e propria pratica burocratica tempestata di carte, richieste e scarico di responsabilità.
Il Covid ha messo ufficialmente la parola fine a quello che era una cosa che si faceva per pura passione. Abbiamo già parlato di come gli organizzatori siano ostaggi di permessi e di come questo potrà ripercuotersi negativamente. Ma non è solo questo. Nel 2021 non ci si può più improvvisare organizzatori. E’ vietato sbagliare ed è obbligatorio fare sempre bella figura. A portare a questo livello esasperato gli eventi però non c’è stata solo la burocrazia e la pandemia. No, a volte ci hanno messo del loro anche gli atleti.
Nella Mountain Bike, capita di cadere e di farsi male. Fa parte del gioco delle ruote grasse e dell’attività sportiva. Tuttavia, in qualche occasione, molti organizzatori sono stati messi a dura prova con ricorsi addirittura legali, appellandosi a negligenze che in una corsa amatoriale possono purtroppo capitare. Ma non c’è solo questo…
Le eterne lotte con i passaggi privati sono tutt’ora un tabù non risolto per tante zone d’Italia dove di sentieri aperti e liberi ce n’è sono veramente pochi. I proprietari terrieri, che spesso e volentieri non amano vedere appassionati biker dentro la loro terra, incuranti del prossimo preparano vere e proprie trappole mortali. In tutto questo, gli organizzatori, devono incastrare ogni tassello per riuscire a fare un evento senza rischiare di incorrere in multe o andare in galera. Ma la domanda che ci si pone è: perchè un Associazione Sportiva Dilettantistica che opera senza fini di lucro deve rischiare tutto questo?