Rider: Andrea Penserini – giugno 2020

Ci si può divertire con una front in un Bike Park? La risposta c’è l’hanno data Andrea Penserini i suoi figli che hanno testato per noi il Sellaronda Bike nel primi giorni di giugno, con cabinovie ancora chiuse per via del COVID-19, ma con un organizzazione come sempre impeccabile grazie alle risalite motorizzate dei furgoni. Ecco come è andata…

Se c’è un posto al mondo che bisogna pedalare almeno una volta nella vita, questo è sicuramente il Sellaronda. I sentieri e i bike park non si contano e oggi siamo partiti per andare a fare il classico giro del Sellaronda Bike Tour (orario) con le nostre Mtb Front.

Dopo una ventina di chilometri pedalati fatti di buon’ora, a metà mattina arriviamo a Selva di Valgardena e carichiamo le bici sul furgone che ci porta verso il Passo Sella. Nel tragitto infiliamo le protezioni, casco ben allacciato ed arrivati ai 2.200 metri di quota, iniziamo la discesa verso Plan de Gralba. All’arrivo troviamo il furgone che ci riporta su, e poi di nuovo a capofitto in discesa, questa volta ad andare a cercare l’imbocco del “Jump”, pista che normalmente si affronta risalendo con la cabinovia che ahimè, quest’anno è ancora chiusa. Salti e paraboliche si sprecano, uno dopo l’altra, ed arriviamo a valle con il sorriso a 42 denti.
Si risale in auto, dopo avere legato velocemente le bici e stavolta si cambia Passo: su verso il Gardena, che ci riserva la lunga discesa, tutta in single-track, fino a Colfosco. Anche questa la ripetiamo due volte, sempre con l’ausilio “meccanizzato” del furgone ed arriviamo a Corvara, dove, oltre al furgone, ci aspetta una meritata sosta con pane appena sfornato e mortadella.


Superato il Passo Campolongo, ci aspetta la lunga risalita fino al Passo Pordoi e i suoi trentatrè tornanti, che ci studiamo accuratamente in vista di una prossima scalata (questa volta in bici).
La prima discesa da uno dei più famosi Passi Dolomitici è verso il versante veneto, zigzagando sui lunghi e ripetuti tornanti del “The Col”, saggiamente tracciato, anche se al momento non perfettamente ripulito dopo la stagione invernale. Nella seconda parte divertente slalom tra le mucche, che ci osservano placide e forse un po’ incuriosite.


Risaliamo per l’ultima volta al Pordoi, per affrontare il sentiero forse più bello della giornata: denominato “Infinity” per via della sua lunghezza: con salti e paraboliche e con qualche passerella artificiale ci porta dal Passo Pordoi fino a Canazei, con splendidi passaggi prima in campo aperto, poi all’interno di uno splendido bosco.
Giornata da incorniciare, con un meteo discreto che ci ha regalato ampi scorci di sereno intervallati da qualche innocua goccia di pioggia.
Esperienza difficilmente ripetibile senza l’ausilio di risalite meccanizzate, visto che il nostro furgone oggi ha macinato oltre 100 km e tante migliaia di metri di dislivello. A stagione avviata si può contare anche sui numerosi impianti di risalita del Sellaronda, sui noleggi di E-Bike ed Enduro… Insomma, un paradiso…


A presto!