L’Extreme Stage del Caveja Bike Cup sta riscuotendo un grande interesse tra i biker locali e non. Ma quello che gli appassionati troveranno lungo la loro strada (se decideranno di raccogliere la sfida) non sarà solo un tracciato di Mountain Bike bello tosto. Lungo questi sentieri sono state (purtroppo) scritte delle pagine di storia terribili. Una in particolare, quella dell’ Eccidio di Fragheto…
Si scende dal Monte Fumaiolo verso Casteldelci…
L’uscita dalla foresta di Sant’Alberico sancisce la fine del segmento più lontano dal mare Adriatico e, da questo momento, dopo oltre 130 chilometri si pedalerà con lo sguardo verso il ritorno. Un breve tratto della SP130 ci porta all’innesto per la strada di crinale che collega il Fumaiolo all’alta valle del Senatello; boschi di rovere alternati a pascoli accompagnano il nostro percorso. Lo sguardo è verso il monte Loggio e il Monte Carpegna. All’orizzonte si distingue il Sasso Simone precedentemente percorso e addirittura sembra di vedere Montecopiolo. La decisa svolta a destra da inizio alla tortuosa discesa verso Sasseto. Una breve sosta per realizzare che siamo entrati in un luogo particolare ricordato per alcuni terribili avvenimenti nella primavera del 1944; il silenzio assoluto, alcuni antichi casolari, la strada che rasenta le rocce del Poggio della Croce, la difficile discesa che diventa più dolce…
Superiamo il calanco e in pochi minuti raggiungiamo Fragheto dove l’ennesima sosta è d’obbligo. Qui il borgo appare disabitato ma un trattore e le cataste di legna vicino alle case testimoniano la vita in questo posto sperduto; tra la bella chiesa di pietra e il centro del villaggio, alcune tabelle raccontano gli avvenimenti accaduti…
La storia di Fragheto
Fonte storiamarche900
Il 7 aprile 1944 Fragheto, frazione del comune di Casteldelci, fu teatro di un sanguinoso eccidio. Da varie settimane l’VIII Brigata Garibaldi, incontrando il sostegno della popolazione, si era attestata fra le Balze, il Monte Fumaiolo e Casteldelci. Immediatamente a ridosso della zona occupata dai partigiani, erano in corso i preparativi per allestire la Linea Gotica, preparativi messi in difficoltà proprio dalla presenza di bande armate. Il comando tedesco decise allora di intraprendere un’azione di rastrellamento inquadrandola nel piano generale di offensiva contro tutte le forze partigiane dell’Appennino, messo in atto nella primavera del 1944.
La sera del 6 aprile il comando partigiano venne informato che reparti del battaglione d’assalto del comandante in capo del sud-ovest (Sturm-Battaillon OB sudwest) insieme a numerose forze fasciste (Brigate nere, GNR, SS italiane) avevano cominciato rastrellamenti massicci nella zona tra il monte Fumaiolo e Casteldelci. I partigiani decisero di passare la notte del 6 aprile a Fragheto per osservare meglio le mosse dei tedeschi. Una delle pattuglie venne sorpresa e quattro ragazzi furono fucilati (Battistini, 2003, p.71-72).
Il giorno successivo era il venerdì di Pasqua. All’alba la colonna tedesca si mosse sulla mulattiera verso Fragheto ma i partigiani avevano già deciso di non farsi trovare in paese e avevano risalito le alture circostanti. Giunti alla frazione, i tedeschi constatarono il fallimento dell’operazione militare e si gettarono in una bestiale rappresaglia contro la popolazione locale. Entrarono in molte case e uccisero trenta abitanti tra i quali 15 donne, 7 bambini, 6 vecchi e 2 giovani. La famiglia Gabrielli venne interamente sterminata. Ecco la testimonianza del sopravvissuto Candido Gabrielli: “Dall’orrenda e barbara carneficina riuscii a salvarmi perché, renitente alla leva, quando i miei familiari sentirono che sarebbero arrivati i tedeschi, mi dissero di scappare e scappai nei boschi vicini. Della mia famiglia furono trucidati mio padre, mia madre, due fratelli, tre sorelle, due nipoti, uno di 16 mesi ed uno di 40 giorni che con padre e madre si erano nascosti sotto il letto, dove erano riusciti in un primo tempo a scampare alla strage; il pianto di uno dei loro figli richiamò l’attenzione dei tedeschi che ritornarono indietro, li tirarono fuori e li uccisero senza pietà sparandogli a bruciapelo. nonostante il loro furore, benché più volte colpita, mia cognata riuscì a sopravvivere. (…) Fu un venerdì santo che rimarrà per sempre amaramente nella mia memoria e dei pochi sopravvissuti” (Severi, 1997, p.116-117). Quel pomeriggio dei 71 abitanti di Fragheto ne restarono solo 41.
Nel 2003 il paese è stato insignito della medaglia d’argento al valor civile.
Fonte storiamarche900
Il viaggio continua…
Ora si scende velocemente per pochi chilometri su una bella strada per il fondovalle verso Giardiniera dove tra breve si dovrà di nuovo risalire e la strada è ancora lunga, molto lunga. Si dovrà svalicare nuovamente il Monte Carpegna dal Passo Trabocchetto e ridiscendere tutta la Valconca fino alla Costa…
Si ringrazia Migani Denis per le foto e le indicazioni storiche
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